La sindrome dell’ovaio policistico (PCOS oppure sindrome dell’ovaio
micropolicistico) è la causa più comune di infertilità femminile
relazionata all’assenza di ovulazione (chiamata infertilità anovulatoria).
Molte donne non sanno di soffrire di ovaio policistico finché non cercano una
gravidanza, ma senza successo.
Le
ricerche hanno dimostrato che molte caratteristiche e alcuni sintomi della PCOS
sono già presenti prima che un’adolescente abbia il menarca (la prima mestruazione) e che l’impatto della
PCOS trascende l’infertilità.
L’istituto
Nazionale Eunice Kennedy Shriver a tutela della salute dei bambini e dello
sviluppo umano (NICHD), facente parte dell’Istituto nazionale a
tutela della salute americano (NIH), ha sostenuto la ricerca sulle possibili
cause e trattamenti per combattere la
PCOS per molti decenni. Questo articolo è la traduzione di un
opuscolo redatto da quest’organizzazione americana per illustrare la vasta
gamma di sintomi della PCOS, descrivere le condizioni associate e le opzioni di
trattamento possibili.
Cos’è l’ovaio policistico e come viene diagnosticato?
Il
termine “policistosi ovarica” o PCOS si riferisce alle molteplici cisti (sacche
riempite di fluido) che crescono in una o in entrambe le ovaie; molte
donne con la policistosi ovarica ne avvertono i sintomi della PCOS, ma le cisti
non devono necessariamente essere presenti per una diagnosi da PCOS.
Una
donna che presenta due delle seguenti caratteristiche potrebbe essere affetta
da PCOS:
- Assenza cronica di ovulazione (il processo che rilascia un uovo maturo proveniente dall’ovaia) che porta a irregolarità mestruale.
- Un elevato livello di androgeni (un tipo di ormone) non è associabile ad altre cause o condizioni.
- Cisti in una o entrambe le ovaie (come rilevato dagli ultrasuoni)
Le
donne a cui viene diagnosticato l’ovaio policistico possono accusare i sintomi
caratteristici, ma non avere cisti nelle loro ovaie. In egual modo, alcune
donne che hanno cisti alle ovaie, non accusano i sintomi della PCOS.
La
definizione esatta della PCOS è ancora materia di discussione.
Il
primo passo per la diagnosi della PCOS è escludere altre disfunzioni che
possono provocare sintomi simili. Alcune di queste condizioni
comprendono:
- Ghiandole surrenali che producono ormoni in eccesso (iperplasia surrenale),
- Il corpo che produce troppo cortisolo (sindrome di Cushing),
- Problemi di funzionalità della ghiandola tiroidea,
- L’ipofisi che produce prolattina in eccesso (iperprolattinemia).
Una
volta escluse queste ed altre disfunzioni, il medico farà quanto segue per
arrivare alla diagnosi:
- Fare un anamnesi famigliare, ossia valutare le condizioni mediche dei parenti più prossimi, importante perché i sintomi della PCOS spesso sono presenti in altri membri della famiglia.
- Verificare le condizioni di salute generale.
- Procurarsi dei campioni di sangue o eseguire altri esami per determinare i livelli ormonali, in particolare degli androgeni.
Quante donne soffrono di PCOS?
Siccome
l’esatta definizione di PCOS è ancora in fase di dibattito, il numero esatto di
donne affette è sconosciuto. Le stime suggeriscono che fra il 5% e il 10% delle
donne appartenenti a una fascia di età compresa fra i 18 e i 44 anni sono
affette da ovaio micropolicistico.
Cosa provoca la sindrome dell’ovaio policistico?
Al
momento non si conoscono con precisione le cause della PCOS; il fatto che sia
presente una certa famigliarità della sindrome, è indice che esiste una
componente genetica della stessa anche se, per come può cambiare la
sintomatologia da una generazione alla successiva, sicuramente esistono altre
influenze rilevanti.
E’
evidente quindi che la PCOS
è il risultato di una combinazione di fattori, compresi I geni e le
caratteristiche ambientali; una recente ricerca condotta su cavie animali ha
anche suggerito che, in alcuni casi, l’origine della PCOS sia da ricercarsi
nell’utero.
I sintomi di un ovaio policistico
Molte
donne non sanno di avere la PCOS
finché non parlano con il proprio ginecologo di:
Infertilità
Molte
donne affette da PCOS soffrono di infertilità. L’ American Society for Reproductive Medicine definisce la sterilità come
- un’impossibilità da parte della donna con età inferiore ai 30 anni di rimanere incinta dopo 12 mesi di rapporti non protetti;
- l’impossibilità della donna con età superiore ai 30 anni a rimanere incinta dopo 6 mesi di rapporti non protetti
- o l’incapacità di portare a termine la gravidanza.
Molte donne che sono affette da infertilità
relazionata alla PCOS possono essere curate e rimanere incinta.
Le
donne affette da PCOS che restano incinta sono ad alto rischio di complicazioni
durante la gravidanza.
Irregolarità mestruali e di ovulazione
Problemi
con le mestruazioni e l’ovulazione sono comuni nella PCOS e la maggior parte
delle donne affette manifesta:
- Mancanza di mestruazioni (amenorrea)- Alterazione dei ritmi delle mestruazioni (oligomenorrea)
- Cicli dolorosi
- Perdite di sangue ma senza ovulazione (cicli anovulatori)
Eccessiva crescita di peluria
Più
del 70% delle donne con la sindrome da ovaio policistico manifesta irsutismo (eccessiva crescita dei peli), di solito sul viso,
petto e addome.
Acne grave
Acne grave, insorgenza tardiva di acne o acne
persistente che non risponde a nessun trattamento. La maggior parte delle donne
con problemi gravi di acne ha la
PCOS. La PCOS è anche comune in donne che non hanno avuto
l’acne se non in tarda età (dopo i 30 anni) e in quelle che hanno una forma di
acne che non risponde ai trattamenti convenzionali o che persiste nonostante i
trattamenti.
Dopo
aver esposto questi problemi al proprio medico molte donne scoprono che altri
piccoli problemi sono correlati alla PCOS, come ad esempio una pelle
grassa e zone molto untuose, pelle marrone scuro o nera (distrofia
papillare pigmentaria). Tutte questi sintomi assieme, di solito, sono un
evidente indicazione di PCOS.
Dato
che molte donne non prendono in considerazione questi problemi e non li
considerano “sintomi”, spesso non ne parlano con il proprio medico, di
conseguenza molte sindromi da ovaio policistico non vengono diagnosticate
finché non vengono scoperte delle cisti alla ovaie. Secondo alcuni studi fra il
70% e il 100% delle donne affette da PCOS avevano cisti alle loro ovaie.
Cosa genera i sintomi della PCOS?
In
genere il livello più alto rispetto a quello considerato normale degli
androgeni (ormoni maschili) nel corpo causa la maggior parte dei sintomi della
PCOS.
Le
ovaie producono ormoni, sostanze chimiche che controllano il funzionamento del
corpo. Uno degli ormoni che viene prodotto dalle ovaie è l’estrogeno, alcune
volte chiamato come ormone femminile perché le donne ne necessitano
grandi quantità rispetto agli uomini in condizione di salute normale. Le ovaie
producono anche androgeni, alcune volte chiamati ormoni maschili
perché gli uomini ne necessitano grandi quantità rispetto alle donne in
condizioni di salute normale.
Sia
gli uomini che le donne richiedono certi livelli di ambedue questi ormoni per
una salute normale.
I
livelli ormonali sono squilibrati nelle donne con PCOS: hanno livelli più alti
del normale di androgeni e possono avere livelli più bassi del normale di
estrogeni. L’alto livello di androgeni può:
- Causare problemi con la crescita e lo sviluppo dei follicoli ovarici che può impedire il rilascio di ovuli.
- Produrre follicoli immaturi sulle ovaie, formando cisti.
- Causare altri sintomi della PCOS, compresi l’eccesso di peluria e l’acne.
Disfunzioni correlate con la PCOS
Un
recente ricerca mostra che le donne affette da sindrome da ovaio
micropolicistico sono più soggette ad altre disfunzioni, non considerabili
prettamente sintomi. La presenza di queste altre patologie può
influenzare i trattamenti medici scelti. Ricordiamo per esempio:
- Insulino resistenza,
- sindrome metabolica,
- diabete,
- obesità,
- problemi cardiovascolari,
- sindrome delle apnee ostruttive nel sonno.
La
maggior parte de queste altre disfunzioni ha dei trattamenti propri e molti
trattamenti vengono usati in combinazione per associare i sintomi della PCOS ad
sintomi di altre disfunzioni.
Quali sono le cure per un ovaio policistico?
Dato
che la PCOS comprende
una varietà di sintomi, i medici possono prescrivere diversi farmaci per
risolvere i problemi.
Il
primo suggerimento dato riguarda il cambiare lo stile di vita:
- sottoporsi a una dieta ipocalorica,
- perdere peso,
- praticare più attività fisica.
La perdita
di peso e un’attività fisica più attiva possono minimizzare molti sintomi della
PCOS e le relative condizioni. Ad esempio:
- Perdere appena il 5% del peso ha effetti positivi sulla resistenza insulinica, tolleranza ridotta al glucosio e sindrome metabolica.
- Le donne affette da PCOS che perdono peso sono più propense a riprendere l’ovulazione, aumentando così le probabilità di restare incinta, ridurre i livelli degli androgeni e diminuire la pressione del sangue.
- Per molte donne, la perdita di peso provoca una varietà di cambiamenti che permettono loro di liberarsi da un certo numero di sintomi della PCOS, come l’acne, senza altri farmaci o alcun intervento.
Attualmente,
nessuna dieta o attività è universalmente accettata come più efficace di altre,
quindi ogni caso viene valutato singolarmente.
E’
anche importante valutare l’importanza della proprio fertilità scegliendo la
strategia terapeutica, perchè alcuni dei più comuni trattamenti impedirebbero
un eventuale concepimento, è quindi importante che una donna capisca pienamente
quali sono le alternative prima di scegliere un ciclo di cure.
Le
pazienti devono poi valutare i rischi delle cure scelte: a tutti i trattamenti
sono collegati diversi potenziali effetti collaterali, alcuni dei quali molto
gravi; alcuni fattori di stile di vita, come il fumo, possono aumentare i
rischi.
Alcune
delle cure più comuni volti a ridurre gli effetti dell’alto livello degli
androgeni (per esempio, cicli irregolari, acne o irsutismo) sono i seguenti:
- Contraccettivi orali: di solito il trattamento d’elezione per le donne che non desiderano una gravidanza è la pillola, ossia una combinazione di ormoni in grado di:
- Regolare i periodi mestruali e l’ovulazione
- Ridurre l’acne e l’irsutismo
- Abbassare i livelli di androgeni o diminuirne la produzione, a volte migliorando la fertilità.
I contraccettivi orali vanno anche a ridurre il
rischio di alcuni tipi di tumori. Attualmente non esiste un contraccettivo
considerato come ideale, viene quindi scelto di volta in volta dal proprio
ginecologo sulla base di fattori soggettivi.
- Farmaci per aumentare la sensibilità all’insulina: questi farmaci migliorano la risposta del corpo alla secrezione di insulina, diminuendo la quantità di zuccheri circolanti nel sangue. Alcuni studi sembrano dimostrare che un uso nel breve periodo permette di:
- regolare il ciclo mestruale e l’ovulazione,
- ridurre l’infertilità associata alla sindrome da ovaio policistico,
- ridurre l’irsutismo,
- ridurre l’acne.
Un miglior utilizzo dell’insulina riduce inoltre
il rischio di eventi cardiovascolari come infarto ed ictus e di
diabete. Al momento nessuno di questo farmaci è registrato con questa indicazione,
sono tutti antidiabetici, tuttavia sono sempre più spesso prescritti per il
trattamento di ovaio micropolicistico (In realtà questo tipo di trattamento è
più che altro diffuso negli Stati Uniti, in Italia non è al momento
particolarmente utilizzato).
- Antiandrogeni: questi farmaci hanno come obiettivo la riduzione nella produzione di androgeni o il limitarne l’attività. Il trattamento con antiandrogeni:
- abbassa i livelli di androgeni,
- riduce i segni di irsutismo,
- tratta l’acne e le calvizie.
Gli antiandrogeni possono causare danni al feto,
quindi spesso vengono assunti con contraccettivi orali per prevenire eventuali
gravidanze. Come i farmaci insulino-sensibilizzanti gli antiandrogeni non sono
approvati ufficialmente per il trattamento della PCOS. Anche in questo caso non
esiste un farmaco d’elezione, tuttavia uno dei più usati è la finasteride,
conosciuta ed approvata per il trattamento della calvizie
·
Eflornitina
(Vaniqa): questa formulazione in crema è utilizzata per rallentare la
crescita dei peli, in particolare sul viso. Il farmaco agisce bloccando un
enzima necessario per la crescita del pelo. Se la paziente smette di usare la
crema i peli riprenderanno a crescere, si rende quindi necessario un piano di
gestione a lungo termine. L’eflornitina è approvata per il trattamento
dell’irsutismo sul viso ed è considerata sicura durante la gravidanza.
·
Cosmetici
per eliminare o nascondere i peli: la donna con PCOS può provare anche altri
modi per ridurre al minimo la comparsa di peli, invece dei medicinali:
- Rasare, sbiancare, rimuovere i peli od utilizzare creme depilatorie sono alcune dei modi più comuni per risolvere il problema dei peli.
- Elettrolisi, la terapia intensa ad impulsi di luce, laser e rimozione dei peli sono le altre opzioni, ma questi metodi sono spesso più costosi e richiedono diverse sedute.
Le pazienti dovrebbero discutere i rischi di
questi trattamenti con i loro ginecologi.
·
Retinoidi, agenti antibatterici e antibiotici per il trattamento dell’ acne: Questi farmaci riducono l’infiammazione,
i livelli di batteri nei pori e la produzione sebacea per ridurre al minimo o
eliminare l’acne. I retinoidi e gli antibiotici possono essere utilizzati sotto
forma crema o compressa; gli agenti antibatterici sono disponibili solo in
forma di crema. Il trattamento specifico dipende dalla gravità dell’acne e da
quanto tempo si è manifestata.
Quali cure per le donne che desiderano una gravidanza?
Anche
se la PCOS è una
delle principali cause di sterilità femminile, è curabile nella maggior
parte dei casi. La paziente con ovaio policistico può avere ancora una
gravidanza, a volte naturalmente, a volte con aiuto.
I
cambiamenti dello stile di vita, come perdere peso, sono in grado di attivare i
cambiamenti del corpo che migliorano le possibilità di gravidanza. Per molte
donne con PCOS che desiderano avere una gravidanza il ginecologo dovrebbe
consiglia re di dimagrire e cambiare lo stile di vita prima di assumere
farmaci, per vedere se si possa avere un ritorno della fertilità e quindi un
concepimento normale. Uno studio ha dimostrato che i cambiamenti dello stile di
vita ripristinano l’ovulazione e il migliorano la possibilità di gravidanza.
A
volte la difficoltà a rimanere incinta è nasce da altri fattori, come ad
esempio il blocco delle tube di Falloppio o una bassa concentrazione di sperma
nell’uomo.
Il ginecologo potrebbe prescrivere uno dei seguenti farmaci per aiutare le donne affette da PCOS a rimanere incinta:
Il ginecologo potrebbe prescrivere uno dei seguenti farmaci per aiutare le donne affette da PCOS a rimanere incinta:
- Inositolo, una sostanza particolamente promettente perchè dimostratasi efficace in diversi studi e virtualmente priva di effetti collaterali.
- Clomifene (Clomid) è il trattamento più comune per l’infertilità nelle donne con PCOS. Le donne che hanno ricevuto questo trattamento hanno beneficiato di una probabilità sei volte maggiore di rimanere incinta rispetto alle donne che non hanno potuto ricevere questa cura. Le donne che sono state trattate con clomifene hanno anche maggiori probabilità di avere gravidanze multiple (doppie, triple, ecc).
- Negli Stati Uniti suggeriscono anche di utilizzare la metformina, un farmaco insulino-sensibilizzante attualmente utilizzato per trattare il diabete, per curare l’infertilità associata a PCOS. Il successo nel trattamento riavvia l’ovulazione in modo significativo nelle donne con PCOS rispetto a quelle che non hanno seguito la stessa cura, ma la metformina da sola non aumenta la possibilità di gravidanza.
- A volte si ricorre ad una combinazione di metformina e clomifene, in particolare in quelle donne che non rispondono al solo clomifene. Nelle ricerche i risultati dell’uso della combinazione erano solo leggermente migliori rispetto al solo utilizzo del clomifene, tuttavia, la terapia combinata ha ridotto il numero di gravidanze multiple rispetto alle donne trattate con solo clomifene .
- Le gonadotropine sono una categoria di ormoni utilizzati per trattare l’infertilità nelle donne con PCOS che non rispondono alla metformina o al clomifene. I trattamenti a basso dosaggio hanno un alto tasso di successo e mostrano un minor numero di problemi.
Le
donne con PCOS possono avvalersi anche di altre forme di tecnologia assistita
per la riproduzione, come la donazione di ovuli e la fecondazione in vitro.
Attualmente ci sono pochi studi in merito all’efficacia di questi metodi nelle
donne con PCOS.
Una
procedura chirurgica denominata perforazione ovarica è stata
utilizzata in passato per iniziare a regolare l’ovulazione o per aumentare la
probabilità di gravidanza, non è però chiaro se una tale procedura sia più
efficace rispetto ai farmaci.
Le donne con PCOS hanno un rischio maggiore di complicazioni durante la gravidanza?
Sì, le
donne con PCOS hanno un maggior rischio di complicazioni durante la gravidanza.
Molte di queste complicanze sono simili a quelle comuni nelle donne con
diabete, probabilmente a causa della maggiore incidenza del diabete in donne
con PCOS. Alcuni di questi problemi sono i seguenti:
·
Le
donne con PCOS rischiano maggiormente l’ aborto spontaneo. La
causa è ancora poco chiara, si suppone che sia in qualche modo correlata
l’obesità. Poiché molte donne che sono obese sono anche resistenti
all’insulina, i ricercatori stanno cercando di capire se migliorando questo
aspetto le probabilità di preservare la gravidanza possono aumentare. Sembra
che il trattamento con i farmaci insulino-sensibilizzanti (come la metformina)
possono significativamente ridurre il rischio di aborto spontaneo nelle donne
in gravidanza affette da PCOS.
·
Diabete
gestazionale:
questo tipo di diabete può essere sviluppato solo dalle donne incinte. La
gravidanza è di solito associata a un certo grado di resistenza all’insulina,
ma di solito il corpo riesce a funzionare normalmente. Nel diabete gestazionale
l’organismo non è in grado di reagire correttamente. Se controllato, il diabete
gestazionale di solito non si traduce in problemi immediati per la madre o per
il feto. Nella maggior parte dei casi, il diabete scompare dopo la nascita del
bambino. Le donne che hanno avuto il diabete gestazionale e i loro figli hanno
un alto rischio di sviluppare diabete di tipo 2.
·
Preeclampsia: questa sindrome è caratterizzata da un
improvviso aumento della pressione sanguigna dopo la 20a settimana di
gestazione. La preeclampsia può creare danni a rene, fegato e al cervello della
madre. Se non trattata la malattia può essere fatale per la madre o per il
feto. La preeclampsia può portare a eclampsia, una forma più grave che può causare
convulsioni e coma nella madre. Quotidianamente o settimanalmente bisogna
eseguire i controlli della pressione arteriosa utili per individuare
cambiamenti improvvisi. Attualmente, l’unica cura per la preeclampsia è far
nascere il bambino. Se una donna contrae la preeclampsia il ginecologo può
sviluppare un piano per tentare di prolungare la gravidanza e dare più tempo al
feto di crescere e maturare. Tale piano può comprendere l’assunzione di farmaci
da parte della madre per aiutare a prevenire crisi epilettiche e mantenere i
livelli di pressione del sangue all’interno di un tasso di normalità. Allo
stesso tempo si deve controllare attentamente la salute della madre, perché ai
primi sintomi si deve immediatamente indurre il parto.
·
Ipertensione
indotta dalla gravidanza: a differenza della preeclampsia in questo caso si
manifesta un aumento generale della pressione sanguigna che può iniziare prima
della 20a settimana di gravidanza. Se non trattata, la condizione
potrebbe portare a preeclampsia.
·
Nascita pretermine: con il termine nascita pretermine si definisce il parto prima di 37
settimane di gestazione. Molti ricercatori ritengono che il maggiore rischio di
parto pretermine è maggiormente evidente fra le donne in gravidanza con PCOS
che hanno la preeclampsia. I neonati pretermine sono a rischio di sviluppo di
gravi problemi, compreso l’essere sottopeso alla nascita od avere polmoni
sottosviluppati per esempio.
·
Parto cesareo:
questo tipo di parto può essere più comune tra le donne con PCOS perché sono
più propense a partorire pretermine, esse hanno maggiori probabilità di essere
obese e hanno maggiori probabilità di ipertensione arteriosa. Dato che si
tratta di una procedura chirurgica, il recupero da un parto cesareo può essere
più lungo rispetto al parto vaginale.
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