Fecondazione
assistita (anche fecondazione
artificiale) è una locuzione con la quale ci si riferisce a un
processo per mezzo del quale viene attuata, in modo artificiale, l'unione dei
gameti (i gameti sono cellule riproduttive mature).
Non si deve commettere l'errore di considerare fecondazione assistita
quale sinonimo di procreazione assistita, infatti, con procreazione
(medicalmente) assistita si fa riferimento a tutte quelle metodiche
attraverso le quali è possibile aiutare dei soggetti a procreare, a prescindere
dal fatto che tali metodiche siano di tipo chirurgico, farmacologico ormonale
ecc., mentre quando si parla di fecondazione artificiale si dovrebbe
fare esclusivo riferimento alla fecondazione dell'ovulo da parte dello
spermatozoo.
La fecondazione assistita è un tema attuale e alquanto controverso che ha dato
vita, nel corso di questi ultimi anni, ad accesi dibattiti e controversie sulla
sua liceità dal punto di vista bioetico, tant'è che anche la legislazione in
merito è spesso oggetto di critiche, come del resto accade molto spesso quando
si trattano temi che toccano la sfera etica. Nel nostro Paese le tecniche di
fecondazione medicalmente assistita sono, al momento attuale, regolamentate
dalla legge n. 40 del 19 febbraio 2004 e dal decreto ministeriale dell'11 aprile 2008.
Fecondazione
assistita e omologa e fecondazione assistita eterologa
Quando parliamo
di fecondazione assistita possiamo distinguerne due tipologie:
- fecondazione assistita
omologa
- fecondazione assistita
eterologa.
La fecondazione
assistita omologa prevede che vengano utilizzati gameti che appartengono, in
senso biologico, alla coppia che sta cercando di avere un figlio, mentre la
fecondazione assistita eterologa prevede che venga utilizzato almeno un gamete
derivante da un donatore o da una donatrice; i gameti utilizzati possono quindi
derivare entrambi da donatori che sono esterni alla coppia che sta cercando una
gravidanza.
Sia che si parli di fecondazione assistita omologa sia che ci si riferisca a
fecondazione assistita eterologa, si distinguono tecniche di primo e secondo
livello. In realtà si dovrebbe parlare anche di tecniche di terzo livello che
sono quelle in cui, a differenza di quanto accade con le procedure di I e II
livello, è necessario ricorrere ad anestesia generale con intubazione.
Fra le tecniche di primo livello ricordiamo l'inseminazione intrauterina (nota
anche con la sigla IUI, Intrauterine Insemination), mentre
fra quelle di secondo livello, che solitamente vengono utilizzate quando si
hanno di fronte problematiche particolarmente complesse, possiamo citare la Fertilizzazione In
Vitro con Embryo Transfer (meglio nota come FIVET) e l'iniezione
intra-citoplasmatica di spermatozoi (nota anche come ICSI, Intra-Citoplasmatic
Sperm Injection).
Tecniche di
fecondazione assistita di primo livello
Fra le tecniche
di fecondazione assistita di primo livello abbiamo ricordato nel paragrafo
precedente l'inseminazione intrauterina; esistono però altri tipi di
inseminazione che possiamo considerare come varianti della prima, fra queste
citiamo l'inseminazione intracervicale (ICI, Intracervical Insemination),
l'inseminazione intraperitoneale (IPI, Intraperitoneal Insemination) e
l'inseminazione intratubarica (IFI, Intratubal Insemination).
La IUI, nota
anche come AIH (Artificial Insemination by Husband,
inseminazione artificiale omologa - letteralmente husband significa marito)
è una tecnica di fecondazione assistita relativamente semplice e poco invasiva;
di fatto consiste nell'introdurre al'interno della cavità uterina del liquido
seminale trattato in modo opportuno. Viene generalmente consigliata quando sia
stata accertata incompatibilità fra liquido seminale e muco cervicale, in caso
di infertilità di grado lieve o moderato oppure in quei casi in cui
l'infertilità non è spiegabile e anche nel caso che vi siano oggettive
difficoltà nel rapporto sessuale dovute, per esempio, a vaginismo o a impotenza
coeundi. La tecnica si basa essenzialmente su: a) monitoraggio ecografico
dell'ovulazione tramite ecografie transvaginali che hanno lo scopo di
verificare quale sia il momento più idoneo all'inseminazione; b) preparazione
del liquido seminale mediante particolari tecniche che hanno lo scopo di
migliorare la sua qualità; c) deposizione del liquido seminale in utero tramite
apposite cannule flessibili.
La fecondazione assistita tramite inseminazione intracervicale o pericervicale
è una tecnica decisamente poco invasiva. Consiste essenzialmente nell'inserire,
tramite un'apposita cannula, nel canale cervicale una parte di liquido seminale
fresco (0,5), la parte rimanente del seme maschile viene inserita direttamente
in vagina; quest'ultima viene "chiusa" con l'aiuto di una particolare
coppetta per circa 6 ore; la tecnica ha lo scopo di far arrivare con maggior
facilità lo sperma alle ovaie; non sono necessari trattamenti particolari sugli
spermatozoi; viene però richiesto al donatore di astenersi dai rapporti
sessuali nei quattro giorni che precedono l'intervento allo scopo di garantire
una maggiore concentrazione e un maggiore volume del liquido spermatico. La
fecondazione assistita tramite inseminazione intracervicale è una tecnica che
viene consigliata a quelle coppe in cui il grado di infertilità non appare
particolarmente compromesso.
L'inseminazione intraperitoneale viene effettuata pungendo con un ago la parete
vaginale dopodiché si depositano 2 ml di liquido seminale nel cosiddetto Cavo
del Douglas (il recesso più basso del peritoneo viscerale che nella donna
è posto tra retto e utero), da qui gli spermatozoi potranno facilmente giungere
nelle tube; è una tecnica che richiede che le tube siano in condizioni
eccellenti e che l'ovulazione sia molto buona; l'inseminazione intraperitoneale
viene utilizzata generalmente quando ci si trova di fronte a casi di sterilità
inspiegabili oppure in caso di sterilità derivata da problemi cervicali. Uno
dei problemi in cui si può incorrere adottando questa tecnica è che
l'organismo, dopo la deposizione degli spermatozoi, secerna anticorpi
antispermatozoo, cosa che rende vana l'operazione.
La fecondazione assistita tramite inseminazione intratubarica è una tecnica in
cui lo sperma viene immesso, con l'aiuto di cateteri e attraverso una guida
monitorata, nelle tube. Il ricorso a tale metodo è indicato quando siano
falliti diversi tentativi di inseminazione intracervicale. Non è applicabile
quando le salpingi risultano ostruite oppure in casi di grave subfertilità
maschile.
Tecniche di
fecondazione assistita di secondo livello
Una tecnica di
fecondazione assistita particolarmente conosciuta è la cosiddetta FIVET.
La FIVET è una
tecnica di fecondazione assistita abbastanza comune. È una fecondazione in
vitro dell'ovulo con trasferimento successivo, nell'utero della futura madre,
dell'embrione venuto a formarsi. La tecnica è stata sviluppata da due inglesi,
Patrick Christopher Steptoe (1913-1988) e Robert Geoffrey Edwards, ginecologo
il primo e biologo il secondo. Per aver sviluppato tale tecnica, Edwards è
stato insignito nel 2010 del premio Nobel per la medicina. Il primo essere
umano nato grazie alla FIVET è una bambina londinese, Louise Brown, la cui data
di nascita risale al 25 luglio 1978.
La tecnica in questione consta di diverse fasi; inizialmente vengono
somministrati alla donna farmaci a base di gonadotropine allo scopo di indurre
iperovulazione (si induce cioè lo sviluppo di più follicoli e conseguentemente
di un maggior numero di cellule uovo). È necessario che la donna venga
sottoposta a monitoraggi atti all'individuazione del momento migliore per
portare a maturazione gli ovociti. Si procede poi all'aspirazione dei
follicoli, effettuata tramite tecnica ecoguidata, per poter recuperare gli
ovociti che sono giunti a maturazione. A questo punto si procede con l'analisi
laboratoristica del liquido follicolare e si recuperano quegli ovociti che si
ritengono essere maggiormente idonei alla fecondazione. Successivamente i
gameti vengono posti in un apposito contenitore per far sì che lo spermatozoo
penetri l'ovocita. In alcuni casi si utilizzano tecniche particolari quali
l'ICSI, una procedura nella quale si procede con l'iniezione diretta dello
sperma nel citoplasma dell'ovocita.
A questo punto, se tutto è andato secondo le previsioni, si procede con
l'introduzione in utero, per via vaginale, dell'embrione che si è venuto a
formare sperando che possa "radicarsi" nell'endometrio e continuare
il suo sviluppo.
La FIVET non è
una tecnica di fecondazione esente da rischi, anche se infezioni ed emorragie
sono eventi che si verificano molto raramente. Alcuni problemi possono
verificarsi dalla somministrazione delle gonadotropine; fra questi, nel breve
periodo, vi sono aumento di peso, nausea, vomito, vertigini, dolenzia
addominale. La somministrazione di ormoni può inoltre indurre una condizione
detta sindrome da iperstimolazione ovarica che nei casi più seri,
invero rari, richiede l'ospedalizzazione; la maggior parte delle volte tale
condizione si presenta in forma lieve o in forma intermedia e si risolve in
modo spontaneo senza che si debba ricorrere all'ospedalizzazione; richiede
comunque un'attenta monitorizzazione. È anche possibile, ma non vi sono
evidenze scientifiche assolute, che l'iperstimolazione giochi un certo ruolo
nella comparsa di menopausa precoce. Generalmente non vengono impiantati più di
tre embrioni; la scelta di un numero massimo di embrioni è prevista dalle linee
guida della European Society for Human Reproduction & Embryology
(ESHRE) allo scopo di mantenere un certo equilibrio fra probabilità di
gravidanza e rischio di gravidanza plurigemellare.
Le percentuali di successo della FIVET sono alquanto variabili e dipendono da
diversi fattori tra i quali ricordiamo la risposta individuale alla terapia
(non tutte le donne producono un numero di follicoli sufficiente allo scopo),
il grado di maturazione degli ovociti, la fertilità del soggetto che si sottopone
alla terapia ecc.
Altre tecniche di fecondazione assistita di secondo livello sono la già citata
ICSI, il prelievo testicolare dei gameti (prelievo percutaneo o biopsia
testicolare), il trasferimento intratubarico dei gameti maschili e femminili (GIFT),
zigoti (ZIFT) o embrioni (TET) per via transvaginale ecoguidata o
isteroscopica.
Fecondazione
assistita: riflessioni relative alla legislazione in materia
Come detto nella
parte iniziale dell'articolo, nel nostro Paese esistono alcune regolamentazioni
relative alle tecniche di fecondazione medicalmente assistita.
Diversamente da quanto accade in altri Paesi, in Italia è consentita soltanto
la fecondazione assistita omologa; tale limitazione fa sì che la fecondazione
dell'ovocita non possa avvenire con l'ausilio del seme di un donatore estraneo
alla coppia (dove per coppia, oltre alle persone sposate si intendono anche
conviventi more uxorio purché non vi sia identità sessuale).
Alcuni anni fa, detta limitazione fu soggetta a consultazione referendaria, ma
il quorum necessario a consentire la modifica della norma in questione non fu
raggiunto.
Di fatto, in base alla legislazione vigente, la fecondazione assistita è
preclusa a: a) quelle coppie eterosessuali nelle quali almeno uno dei due
partner sia sterile al 100% (non vi è cioè alcuna possibilità di estrarre, con
le tecniche previste, gameti maschili o gameti femminili); b) ai soggetti di
sesso maschile definiti come "single" perché la legislazione vivente
non permette la possibilità di impiantare un embrione nell'utero di una donna
che sia considerata quale protagonista della procedura di fecondazione
assistita; c) alle coppie omosessuali in quanto, in base a quanto previsto dal
decreto ministeriale, viene a mancare il requisito della diversità sessuale fra
membri della coppia.
Secondo molti, l'attuale impostazione legislativa relativa alla fecondazione
assistita apre le porte a quel fenomeno che è stato definito come "turismo
riproduttivo". Tale fenomeno consiste sostanzialmente nel trasferimento
temporaneo di soggetti residenti in Paesi in cui le norme sulla fecondazione
assistita sono restrittive in Paesi in cui esiste la possibilità di ricorrere
legalmente a determinati interventi di fecondazione assistita non previsti nei
loro Paesi di origine.
Sono numerose le coppie italiane che hanno scelto questa strada per avere la
possibilità di effettuare quegli interventi di fecondazione assistita ai quali
la legislazione italiana non consente di ricorrere.
Le procedure di fecondazione artificiale (sia l'ovodonazione che l'embriodonazione) e la maternita surrogata sono ammesse in Ucraina dalla legge art.123 parte 2 e dall'ordine del Ministero della Sanità № 771.