Accusata di alterazione dello stato civile. L'avvocato Menzione: "Sentenza che si allinea alla migliore giurisprudenza"
di Giovanni Parlato
PISA. Nessuna alterazione dello stato civile. È stata assolta la coppia che, non potendo avere figli, aveva scelto di andare in Ucraina utilizzando l’utero in affitto di una donatrice. La coppia, tornata in Italia, aveva iscritto il figlio allo stato cvile non dichiarando che la madre naturale fosse un’altra. Per questo motivo, la coppia era stata denunciata per alterazione dello stato civile in concorso. Ma alla resa dei conti, l’accusa si è dissolta.
Soddisfatto l’avvocato Ezio Menzione che ha difeso la coppia, residente in Valdera. "Questa sentenza non solo accerta che non c’è reato - dice il legale - ma si allinea con la migliore giurisprudenza italiana. Auspico che questa sentenza possa preludere a una diversa codificazionee che diventi argomento di discussione anche in sede legislativa".
Il collegio giudicanete che ha assolto la coppia era formata dal presidente Luca Salutini e dai giudici a latere Donato D’Auria e Leonardo Degl’Innocenti. L’accusa era rappresentata dal pubblico ministero Giampaolo Melchion il quale aveva chiesto l’assoluzione per la coppia. la corte si è riunira in camera di consiglio per un’ora al termine della quale ha emesso la sentenza di piena assoluzione. L’accusa di alterazione dello stato civile non è stata neanche derubricata con un eventuale reato minore come “false dichiarazioni ai funzionari dell’ambasciata”.
La corte avrebbe potuto anche prendere in considerazione quest’eventualità poiché dal parte dell’ambasciata italiana c’era stata una segnalazione. "È stata scelta la piena assoluzione ed è per questo che sono particolarmente soddisfatto" commenta l’avvocato Ezio Menzione il quale, in Italia, è il legale di riferimento delle coppie che, come quella della Valdera, sono accusate del medesimo reato.
La vicenda, al centro del processo, risale al 2012. La donna non può avere figli. Il desiderio di avere un bambino spinge la coppia fino in Ucraina. A Kiev ci sono cliniche specializzate (costi fra i 30 e 50.000 euro) per quella che viene definita gravidanza surrogata. Una donna affitta il proprio utero e riceve il seme di quello che sarà sempre e comunque il padre biologico del bambino. La gravidanza va avanti fino al momento del parto. E così è successo per la coppia della Valdera che sbriga le pratiche a Kiev nella clinica dove viene rilasciato l'atto di nascita.
Ogni figlio nato in Ucraina riceve un certificato da apolide e per rimpatriarlo bisogna andare all'ambasciata italiana a Kiev. Lì, da qualche anno, segnalano i casi di questo tipo alle Procure della Repubblica. Quando la coppia torna in Italia per l'accusa consuma un reato: aver registrato come proprio il figlio venuto al mondo da una mamma, come si scrive in Francia, “portatrice”. Da qui, scatta la denuncia di alterazione dello stato civile in concorso. Il codice prevede pene da 5 a 15 anni.
Il sogno di essere diventati genitori si scontra con il sistema giudiziario. La coppia si affida a un esperto avvocato come Ezio Menzione. Comincia il processo. Da un dibattimento si passa a un altro fino alla sentenza di ieri che fa tirare un gran sospiro di sollievo alla coppia. E, di riflesso, anche a un’altra coppia pisana accusata dello stesso reato.
http://iltirreno.gelocal.it/pisa/cronaca/2015/04/11/news/utero-in-affitto-a-kiev-la-coppia-e-stata-assolta-1.11209808
PISA. Nessuna alterazione dello stato civile. È stata assolta la coppia che, non potendo avere figli, aveva scelto di andare in Ucraina utilizzando l’utero in affitto di una donatrice. La coppia, tornata in Italia, aveva iscritto il figlio allo stato cvile non dichiarando che la madre naturale fosse un’altra. Per questo motivo, la coppia era stata denunciata per alterazione dello stato civile in concorso. Ma alla resa dei conti, l’accusa si è dissolta.
Soddisfatto l’avvocato Ezio Menzione che ha difeso la coppia, residente in Valdera. "Questa sentenza non solo accerta che non c’è reato - dice il legale - ma si allinea con la migliore giurisprudenza italiana. Auspico che questa sentenza possa preludere a una diversa codificazionee che diventi argomento di discussione anche in sede legislativa".
Il collegio giudicanete che ha assolto la coppia era formata dal presidente Luca Salutini e dai giudici a latere Donato D’Auria e Leonardo Degl’Innocenti. L’accusa era rappresentata dal pubblico ministero Giampaolo Melchion il quale aveva chiesto l’assoluzione per la coppia. la corte si è riunira in camera di consiglio per un’ora al termine della quale ha emesso la sentenza di piena assoluzione. L’accusa di alterazione dello stato civile non è stata neanche derubricata con un eventuale reato minore come “false dichiarazioni ai funzionari dell’ambasciata”.
La corte avrebbe potuto anche prendere in considerazione quest’eventualità poiché dal parte dell’ambasciata italiana c’era stata una segnalazione. "È stata scelta la piena assoluzione ed è per questo che sono particolarmente soddisfatto" commenta l’avvocato Ezio Menzione il quale, in Italia, è il legale di riferimento delle coppie che, come quella della Valdera, sono accusate del medesimo reato.
La vicenda, al centro del processo, risale al 2012. La donna non può avere figli. Il desiderio di avere un bambino spinge la coppia fino in Ucraina. A Kiev ci sono cliniche specializzate (costi fra i 30 e 50.000 euro) per quella che viene definita gravidanza surrogata. Una donna affitta il proprio utero e riceve il seme di quello che sarà sempre e comunque il padre biologico del bambino. La gravidanza va avanti fino al momento del parto. E così è successo per la coppia della Valdera che sbriga le pratiche a Kiev nella clinica dove viene rilasciato l'atto di nascita.
Ogni figlio nato in Ucraina riceve un certificato da apolide e per rimpatriarlo bisogna andare all'ambasciata italiana a Kiev. Lì, da qualche anno, segnalano i casi di questo tipo alle Procure della Repubblica. Quando la coppia torna in Italia per l'accusa consuma un reato: aver registrato come proprio il figlio venuto al mondo da una mamma, come si scrive in Francia, “portatrice”. Da qui, scatta la denuncia di alterazione dello stato civile in concorso. Il codice prevede pene da 5 a 15 anni.
Il sogno di essere diventati genitori si scontra con il sistema giudiziario. La coppia si affida a un esperto avvocato come Ezio Menzione. Comincia il processo. Da un dibattimento si passa a un altro fino alla sentenza di ieri che fa tirare un gran sospiro di sollievo alla coppia. E, di riflesso, anche a un’altra coppia pisana accusata dello stesso reato.
http://iltirreno.gelocal.it/pisa/cronaca/2015/04/11/news/utero-in-affitto-a-kiev-la-coppia-e-stata-assolta-1.11209808
Lo schiavismo è stato abolito. Chiamatela come volete qst è una oscena compravendita di esseri umani e chi vi critica nn è bigotto, siete voi che pretendete dei diritti che nn vi spettano coinvolgendo neonati che nn hanno potuto scegliere di nascere. Se dipendesse da me l'unico posto giusto per chi fa compravendita di esseri umani sarebbero le patrie galere. Dovete rassegnarvi. Avere figli nn è un diritto inalienabile….è una possibilità. I figli nn sono giocattoli che si acquistano per compiacere la propria vanità o per riempire una vita vuota, sono una cosa seria e i figli nn si comprano, si fanno.
RispondiElimina