Sentenza di primo grado confermata in Appello: i genitori erano accusati di alterazione di stato civile
Assolti. Anche per i giudici di Appello sono papà e mamma a tutti gli effetti. Così si è conclusa la vicenda giudiziaria di due genitori triestini, 71 anni lei e 58 lui. Erano accusati di alterazione dello stato civile. In pratica, di aver commesso un falso dichiarando di essere padre e madre naturali di due bambini nati in Ucraina con il sistema dell’utero in affitto. Il collegio presieduto da Igor Maria Rifiorati e composto da Gloria Carlesso e Donatella Solinas ha confermato la sentenza di primo grado del giudice Guido Patriarchi. Alla Corte d’Appello aveva ricorso - dopo la pronuncia di primo grado - il pm Lucia Baldovin, il magistrato titolare del fascicolo. Il pg Paola Cameran ha chiesto, al termine della sua requisitoria, il minimo della pena. La coppia è stata assistita dall’avvocato Sergio Mameli.
http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2015/06/22/news/utero-affittato-a-kiev-assoluzione-bis-1.11662291
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Dunque non c'è stato alcun falso. La coppia era andata in Ucraina dove appunto aveva “affittato” un utero in una clinica di Kiev pagando settemila euro. Poi i coniugi erano rientrati in Italia e nove mesi più tardi si erano ripresentati in Ucraina dalla donna “ingaggiata”, che stava per partorire. Infine erano rientrati a Trieste con due gemelli e un regolare certificato di nascita rilasciato dalle autorità di quel Paese.
L'indagine era stata avviata su segnalazione del Comune di Trieste: un funzionario dell’Ufficio anagrafe non aveva ritenuto possibile che una donna nata nel 1944, quando la seconda guerra mondiale era ancora in pieno svolgimento e dunque alla veneranda età di 67 anni, potesse avere assunto il ruolo di partoriente, mettendo al mondo due gemelli. Non si era fidato di quel certificato vero consegnato a Kiev alla coppia di triestini. Vi si legge che la triestina pensionata è la madre dei due bambini nati a Zhytomyr il 9 dicembre 2011. A Kiev la legge ammette come detto la cosiddetta maternità surrogata, mentre nel nostro Paese è reato affittare o prendere in affitto un utero per mettere al mondo un figlio che in altri modi non si riesce ad avere. O per incompatibilità genetica tra la coppia che lo desidera disperatamente, o, come in questo caso, per raggiunti limiti di età
biologica di uno o di entrambi i coniugi o conviventi, come è avvenuto. La sentenza d’Appello in sostanza ha interpretato il concetto secondo il quale può essere considerata comunque mamma in tutto e per tutto anche una donna che non abbia portato nel proprio grembo il bimbo. (c.b.)http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2015/06/22/news/utero-affittato-a-kiev-assoluzione-bis-1.11662291
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