Due gemelli partoriti da una donna ucraina: coppia varesina assolta dall'accusa di "alterazione di stato". Accolte le indicazioni della Corte europea dei diritti umani
Varese - Utero in affitto, sentenza rivoluzionaria a Varese. Il gup Stefano Sala ha infatti assolto una coppia varesina che nel settembre del 2011 era ricorsa alla cosiddetta maternità surrogata, difesa all’avvocato Augusto Basilico.I due, 30 anni lei e 50 lui, erano andati in Ucraina, si erano accordati con una donna che aveva poi partorito due gemelli (figli biologici dell’uomo) e avevano quindi dichiarato falsamente all’ambasciata italiana a Kiev che i bimbi erano nati all’interno della coppia. Un reato - alterazione di stato, previsto dall’articolo 567 del Codice penale - per la legge italiana, e su questo non si discute.
Ma il gup, al termine di un processo a porte chiuse con il rito abbreviato, ha stabilito che i due imputati devono essere appunto assolti «perché il fatto non costituisce reato a seguito delle sentenze pronunciate dalla Corte Europea dei diritti umani». Sentenze che risalgono allo scorso mese di giugno e che stabiliscono che anche nel caso la legge del paese di provenienza dei genitori consideri reato la maternità surrogata, a questo bisogna anteporre «la necessità di salvaguardare il primario interesse del minore a definire la propria identità come essere umano, compreso il proprio status di figlio o di figlia di una coppia di genitori».
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