Quest'anno 62mila nati in meno, solo il 29%
degli under 35 sono genitori. I risultati della ricerca Censis-Ibsa
mostrano un paese favorevole alla fecondazione assistita. Aperto sulla
genitorialità per i single, meno per le coppie omosessuali. Avere un
figlio rimane un obiettivo fondamentale nella vita, anche all'interno di
una famiglia meno tradizionale
di MARIAPAOLA SALMI
E' quanto emerge da una ricerca realizzata dal Censis in collaborazione con la Fondazione Isba e dal titolo "Diventare genitori oggi. Indagine sulla fertilità/infertilità in Italia". I dati dell'indagine sono stati presentati stamattina a Roma alla presenza, tra gli altri, di Ketty Vaccaro, responsabile settore welfare e sanità del Censis e di Giuseppe Zizzo, segretario della Fondazione Ibsa. "Le profonde implicazioni sociali e morali emerse dalla ricerca - ha spiegato Izzo - evidenziano come il Paese sia più avanti di quanto emerga dal dibattito quotidiano. Il fatto che il 2013 sia stato l'anno in cui in assoluto si sono fatti meno figli deve farci riflettere sugli effetti profondi che il perdurare della crisi sta producendo sul vissuto reale del Paese di oggi e del futuro".
Genitorialità, fulcro della propria vita
Diventare genitore, secondo l'indagine, è un aspetto cruciale della realizzazione personale, perno del vissuto individuale a prescindere dal peso economico e dai sacrifici che tale scelta comporterà. Il 74,5% del campione intervistato ha figli, la metà circa ne ha due; il 2,6% è in attesa contro un 22,8% che non ha figli. Un dato che fa riflettere: tra chi ha meno di 35 anni, solo il 29,8% è genitore. L'età della procreazione si posticipa sempre di più e lo conferma il fatto che per il 46% degli intervistati ci si deve cominciare a preoccupare di non avere ancora un figlio non prima dei 35 anni. L'esperienza di diventare genitori è importante per entrambi i sessi, come dichiara l'86,2% del campione.
Consapevolezza della bassa natalità italiana, anno nero il 2013
L'88% degli intervistati afferma di sapere che in Italia si fanno pochi figli. La riduzione delle nascite ha toccato il massimo livello nel 2013 con un -3,7% e un calo del tasso di natalità da 9 a 8,5 nati per 1.000 abitanti e questo nonostante i progressi della medicina e il contributo degli immigrati al saldo nazionale. Sono 62.000 i nati in meno all'anno: nel 2008 erano 576.659 e si è scesi a 514.308 del 2013.
Le colpe? Della crisi
Se le nascite crollano, secondo gli italiani, è colpa della crisi economica che scoraggia soprattutto i più giovani ad avere un figlio, ma anche di politiche sociali insufficienti: il 61% del campione intervistato è convinto che le coppie sarebbero più propense ad avere figli se gli interventi pubblici migliorassero; il 71% degli italiani chiede sgravi fiscali ed aiuti economici diretti; il 67% il potenziamento degli asili nido, il 56% un aiuto economico per sostenere i costi dell'educazione scolastica.
Fecondazione: cosa ne pensano gli italiani?
Il 45% degli italiani ammette di saperne poco, mentre il 15% si dichiara per niente informato. Il 40% conosce il problema e di questo un 16% è coinvolto direttamente. Il 50% sa che il problema dell'infertilità può dipendere dall'uomo o dalla donna, ma un 33% ritiene che nella maggior parte dei casi il non riuscire ad avere figli sia legato alla presenza di problemi di entrambi i partners: le cause più citate sono lo stress, anomalie organiche, ovariche o ormonali; circa l'11% del campione cita poi come causa i problemi maschili e un 6% i difetti del liquido seminale. Il 23% non sa proprio cosa rispondere in merito. Il ginecologo resta la figura di riferimento per il 63% degli intervistati. Le coppie infertili, secondo il campione, vivono molto male questa situazione con difficoltà di vario genere non ultimi i problemi economici, la carenza di informazioni e le difficoltà emotive come solitudine e chiusura in se stessi.
Sì alla inseminazione omologa, divisi sull'eterologa
L'85% degli italiani si dice favorevole all'inseminazione omologa in vivo e il 73% a quella in vitro. Quanto all'eterologa, invece, l'Italia si spacca in due: il 40% degli italiani è favorevole all'uso di gameti (ovocita e spermatozoo) esterni alla coppia, percentuale che scende, ma non troppo, al 30% tra i credenti e sale al 65% tra i non credenti; il 35% si dice favorevole alla diagnosi pre-impianto, solo il 14% alla maternità surrogata (ossia l'utero in affitto) e il 9,5% si schiera a favore della possibilità di scegliere prima il sesso del nascituro. Per il 46% è giusto che anche i single possano avere figli, il 29% apre invece alla genitorialità per le coppie omosessuali. Su questo delicato fronte, sono d'accordo il 43% dei cattolici praticanti nel primo caso e il 23% nel secondo.
Legge 40 sconosciuta
Un gap incredibile sul territorio nazionale esiste sulla conoscenza della legge 40 regola la procreazione medicalmente assistita (Pma): solo l'11% del campione afferma di sapere che in Italia c'è una normativa che regola la materia e oltretutto si dice non soddisfatto per come viene applicata sia perché disomogenea sul territorio nazionale sia per le limitazioni poste alle coppie. Il 45,8% di quanti conoscono la legge 40 vorrebbe eliminare le restrizioni sull'eterologa a fronte di un 42,7% del campione che afferma di essere favorevole ad almeno una tipologia di eterologa. Due di questi italiani su 3, infine, vorrebbero eliminare le restrizioni sulle coppie non sposate e uno su 2 consentirebbe la PMA anche ai single e alle coppie omosessuali.
http://www.repubblica.it/salute/benessere-donna/fertilita-e-infertilita/2014/10/01/news/fertilit-infertilit_indagine_censis_diventare_genitori_oggi-97008564/
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