L'infertilità è una condizione comune a moltissime coppie italiane che non riescono ad avere un bambino. Si stima che ogni anno in Italia ci siano da 20.000 a 45.000 nuove coppie che richiedono una consulenza specialistica perché hanno difficoltà a procreare e, secondo i dati Istat, di queste, ben 15.000-20.000 vengono definite infertili.
Nello specifico, si parla di infertilità quando una coppia, dopo due anni di tentativi mirati per concepire, non ha conseguito una gravidanza. Le popolazioni occidentali hanno subito un calo notevole della fertilità rispetto al passato, principalmente dovuto alla consolidata abitudine a ritardare il momento della gravidanza per motivi culturali e di costume. Di norma una coppia non ha più del 20-25% di possibilità di concepire per ogni ciclo ovulatorio e la fertilità della donna é massima intorno ai 20-25 anni, per poi decrescere gradualmente (dopo i 36 anni risulta già sensibilmente ridotta).
Grazie all'aiuto del Dottor Domenico Mossotto, specialista in ostetricia e ginecologia e Responsabile clinico del Centro di Procreazione Assistita della casa di cura di Bra, abbiamo cercato di fare chiarezza sul tema dell'infertilità, sulle sue cause e sulle soluzioni da adottare. Vediamole insieme.
Infertilità. Quando a soffrirne è lui
Oggi l'infertilità maschile rappresenta una percentuale significativa dei casi. Si stima infatti, diversamente da quanto si sosteneva in passato, che nel 50% dei casi il responsabile delle difficoltà riproduttive sia l'uomo.
In occidente il potenziale di fertilità maschile ha subito un calo allarmante negli ultimi 10-15 anni. I motivi di questi cali sono principalmente i fattori ambientali, quali smog e inquinamento, gli stili di vita, prima tra tutti la sedentarietà e una cattiva alimentazione, e abitudini poco sane, tra cui uso di farmaci, fumo, alcool e stress. Non bisogna dimenticare che anche l'obesità può rappresentare un forte fattore di rischio. Oltre a queste, ci sono delle cause di natura endogena, come infiammazioni delle vie genito-urinarie, patologie prostatiche, traumi passati, patologie genetiche cromosomiche e altre patologie cliniche non curate a dovere. Non bisogna trascurare infatti un dato significativo: solo il 10% degli uomini in età fertile fa visita ad un medico andrologo e la maggior parte degli uomini con difficoltà riproduttive non è consapevole di avere un problema.
L’infertilità maschile si suddivide in due tipi: infertilità primaria e secondaria. La prima riguarda gli uomini che non hanno mai avuto figli, ed è la più grave, mentre la seconda riguarda i soggetti che hanno già fecondato una o più volte in precedenza ma che allo stato attuale non riescono più.
Infertilità maschile. L'iter medico da seguire
Per una corretta diagnosi di infertilità maschile è fondamentale effettuare quella che in termine tecnico viene definita "raccolta anamnestica", ossia la raccolta di tutte le informazioni relative al paziente e al suo quadro clinico presente e passato (pregressi interventi chirurgici, patologie di vario genere, informazioni sulla sua vita sessuale). Indizi importanti sono anche l'eventuale assunzione di droghe, alcol e particolari farmaci, l'abitudine al fumo, l'esposizione a sostanze tossiche, radiazioni, microonde ed alte temperature. A queste primissime mosse seguono delle analisi più approfondite che, come spiega il Dottor Mossotto, sono volte nello specifico a valutare "caratteri sessuali secondari, anomalie a carico del pene, ginecomastia (sviluppo delle mammelle nell'uomo), varicocele o idrocele, sede, consistenza e volume dei testicoli, stato dei tubuli seminiferi e delle vie genitali escretrici e pressione arteriosa".
Seguono poi specifici esami strumentali e di laboratorio a cui vengono sottoposti i casi più gravi. Quelli più comunemente praticati includono l'esame macro e microscopico del liquido seminale, l'analisi chimico-batteriologica del plasma seminale, il dosaggio di specifici ormoni, i test di penetrazione spermatica, i test immunologici, l'esame del cariotipo, i test di pervietà delle vie escretrici e la biopsia del testicolo.
Infertilità femminile: le cause
Oltre all'innalzamento dell'età media, sono diverse le cause che possono provocare l'infertilità femminile: cause anatomiche e anovulazione in primis. Nel 30-40% delle pazienti affette da infertilità inoltre, si riscontra una peculiare forma di malattia pelvica, l'endometriosi, che insieme alle alterazioni del muco cervicale, rappresenta l'altra grande causa che mette a rischio la fertilità delle donne.
Cause anatomiche:
patologie uterine, che comprendono malformazioni uterine, fibromi, polipi uterini e processi infiammatori
patologie tubariche, dovuta ad assenza congenita delle tube, ostruzioni da agenti infettivi, ostruzioni parziali o totali dovute a pregressa chirurgia pelvica e infezioni peritonitiche (appendicite)
Anovulazione (assenza di ciclo mesturale): determinata da alterazioni del peso (in eccesso e in difetto), da sindrome dell'ovaio policistico (PCO) e da iperprolattinemia, l'aumento cioè, nel sangue, dei livelli di prolattina
Endometriosi: caratterizzata dalla presenza anomala del tessuto che riveste la parete interna dell’utero (endometrio) in altri organi quali ovaie, tube, peritoneo, vagina, intestino. Ciò limita la funzionalità ovarica e tubarica ed altera i meccanismi immunologici legati alla fecondazione, provocando sanguinamenti interni, infiammazioni croniche e tessuto cicatriziale, aderenze e, appunto infertilità.
Infertilità di coppia
Ci sono poi casi in cui, pur non essendo sterile né l'uomo né la donna, una coppia non riesce ad avere figli. Le ragioni possono essere diverse, in alcuni casi addirittura sconosciute, per questo definite "idiopatiche", in altri invece, attribuibili a un'incompatibilità tra i partner per cause cervicali e immunologiche.
Le infertilità idiopatiche, e cioè inspiegabili, riguardano circa il 15-20% del totale delle infertilità di coppia. Secondo quanto afferma il Dottor Mossotto, si arriva a formulare questa diagnosi in diverse situazioni: quando la coppia, dopo due anni di rapporti non protetti e regolari, non ha avuto un concepimento, quando l'anamnesi e la visita obiettiva dei partner non hanno messo in evidenza alterazioni, quando gli esami di laboratorio e strumentali eseguiti sia sull'uomo che sulla donna non hanno evidenziato problemi.
Spesso però un esame più approfondito e mirato può fare chiarezza sulle cause dell'infertilità delle coppie, anche di quelle cosiddette idiopatiche, che non trovano una spiegazione scientificamente provata. Ad esempio, sostituire l'isterosalpingografia con la laparoscopia, esame che permette un monitoraggio più profondo e accurato degli organi interni interessati, può rappresentare un valido aiuto per cercare di scovare la ragione della difficoltà di concepimento.
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